Una delegazione del Congreso Nacional Indígena del Messico e del Centro dei Diritti Umani Fray Bartolomé de Las Casas* viaggerà per l’Europa, arrivando fino in Sardegna. Un'occasione, dopo la Gira Zapatista del 2021, per incontrare, ascoltare e scambiare esperienze di lotta, autogestione, autonomia, difesa dei diritti umani e pratiche decoloniali. Sarà l’opportunità di ascoltare dalla viva voce di chi resiste ogni giorno, a come il sistema capitalista in Messico, stia creando una nuova forma di violento controllo coloniale del territorio, che unisce politica istituzionale, forze armate ed economie legali e illegali.
Un momento per tessere ponti tra geografie distanti, come quella Sarda e Messicana, caratterizzate da lotte simili ma che si declinano con livelli di violenza molto diversi. L’occasione di condividere sogni e speranze nella creazione di un mondo diverso, non solo possibile, ma urgente: un mondo che contenga molti mondi.
a seguire: cena condivisa
*Congresso Nazionale Indigeno è un’organizzazione che raggruppa decine di esperienze comunitarie indigene che hanno fatto propria la proposta zapatista dell’autorganizzazione dal basso e della lotta per l’autonomia. Porterà la testimonianza di alcune di queste esperienze, che attualmente si scontrano con le dinamiche espropriative di numerosi progetti estrattivi, infrastrutturali o energetici, che mettono a rischio i loro territori e le loro comunità. La resistenza indigena e la difesa del territorio, in molte regioni del paese, devono confrontarsi non solo con le strategie repressive o corruttive dello Stato e delle grandi imprese, ma anche con una nuova violenza criminale che sfrutta gli abitanti locali, estorce le loro risorse e, in alcuni casi, sviluppa una certa sinergia con gli attori dell'estrattivismo per facilitare i loro affari e mantenere sottomesse le popolazioni
* Centro per i Diritti Umani Frayba è un’organizzazione che accompagna e difende legalmente le comunità indigene del Chiapas, tra cui quelle zapatiste, vittime di abusi e violenze. Porterà testimonianze sulla devastante violenza criminale che imperversa nella regione negli ultimi anni. Una violenza diversa da quella dei paramilitari e dalla guerra di controinsurrezione che in passato colpiva l’esperienza zapatista, ma che oggi si manifesta attraverso attori criminali collusi con settori delle istituzioni statali. Questa violenza, che pervade la società in ampie zone del Chiapas, si manifesta con estorsioni, omicidi, rapimenti e stupri. È inserita nel più ampio contesto della violenza che ha segnato il Messico negli ultimi venti anni, una sorta di guerra non dichiarata in cui si contano oltre 300.000 morti e più di 150.000 desaparecidos. Una violenza legata alle organizzazioni criminali, ma intrecciata in modo complesso con l’operato di istituzioni pubbliche corrotte e colluse, così come con gli interessi di grandi attori economici.
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