Se la Sardegna brucia, di chi è colpa?
Con l'arrivo dell'estate, nuovo giro, nuovo incendio. Se l'anno scorso è toccato al Montiferru, con danni ancora difficilmente quantificabili, dove soffierà troppo forte il vento stavolta? Dove si andranno a cercare i piromani seriali di turno?
Se il cambiamento climatico, causato da un sistema dedito solo alla produzione e al profitto sfrenati, è tra le cause principali di queste catastrofi naturali sempre più frequenti, non possiamo dimenticare che le responsabilità sono da individuare anche altrove: nell'assenza dei lavori di prevenzione, nella mancanza di fondi e risorse per dei piani antincendio efficaci, nel noleggio dei Canadair sempre in ritardo (uno dei maggiori business degli incendi). La responsabilità sta tra le poltrone della Regione e le fila istituzionali di competenza, che poi spargono lacrime da coccodrillo per spegnere le fiamme.
Il 30 maggio saremo sotto la Regione per ricordarci di chi sono le responsabilità prima che scoppi un altro disastro, e per ricordare loro il colore e l'odore della terra dopo un incendio. Ma saremo lì anche per sostenere chi negli incendi ha perso tutto e si è organizzato per ripartire, senza aspettare i tempi biblici della burocrazia o le autorizzazioni della forestale.
Non ci interessa sapere quali saranno le false promesse di quest’anno, né dare spazio a grandi proclami che si tradurranno nel solito intervento emergenziale, tardivo e inadeguato. Come Sardinnia Aresti vediamo in questa giornata anche un modo per incontrarsi tra persone che hanno voglia di non essere più schiave di un sistema antincendio istituzionale, inefficace, speculativo e autoritario.
A bruciare la Sardegna, sappiamo chi è Stato.
Ci vediamo lunedì 30 maggio alle 11.00, sotto la Regione in Via Roma a Cagliari.