[…] ha l’obiettivo di privare il prigioniero della
solidarietà più naturale, quella dei figli, delle mogli,
dei mariti, delle madri che è l’unica solidarietà che la
gente qui dentro può permettersi e capire. Una
tecnica repressiva che privando della solidarietà
umana e dell’empatia disumanizza.
Alfredo Cospito-prigioniero anarchico in 41 bis
Lo Stato vuole detenere il monopolio della violenza e non perde occasione per
affermare, con tutto l’accanimento possibile, questo primato. Che il carcere sia
una forma di tortura è palese, ma quanto sia la ferocia dello Stato lo si può capire
nel fare la fila per i colloqui con familiari, amiche e amici delle prigioniere e dei
prigionieri all’ingresso del lager di Uta. Donne e uomini già angosciati per le
condizioni di chi è rinchiuso in una delle carceri peggiori d’Italia, in cui Nordio e
Gratteri (secondo la migliore logica bipartisan) sono ansiosi di aprire il modulo 41
bis; donne e uomini estenuati ed umiliati dall’avere passato giorni tentando di
prenotare telefonicamente un colloquio senza ricevere alcuna risposta
dall’amministrazione e costretti ad implorare lo sbirro alla porta per potere
sperare di entrare; donne e uomini spesso molto anziani e/o accompagnati da
bambini anche molto piccoli, che talora perdono giorni di lavoro, e sono costretti
ad aspettare ore al freddo, sotto la pioggia o sotto il sole cocente senza possibilità
di riparo, senza un bagno, solo un vecchio gazebo strappato, il cui interno è pieno
di spazzatura.
Donne e uomini che escono dai colloqui stravolti per lo stato in cui incontrano i
loro parenti, spesso con lesioni gravi, spesso sfuggiti ad un tentativo di suicidio,
prigionieri a cui frequentemente non viene consegnata la corrispondenza, a cui
gli alimenti inviati vengono consegnati dopo essere stati maneggiati, nel senso
stretto della parola, dagli sbirri.
Lo Stato non fa altro che parlare di difendere la sicurezza, ma si riferisce alla
sicurezza di chi comanda; ogni giorno vengono introdotti nuovi reati per riempire
le carceri, profilare e colpire i poveri, chi ha problemi psichiatrici, chi non ha un
alloggio, chi soffre di un disagio, chi non si conforma alle sue regole. Un sistema
che, con i suoi sbirri, ti perseguita sino alla morte come è accaduto a Ramy.
Perché per lo Stato valgono di più le merci che la vita delle persone.
Per questo vogliamo incontrarci di nuovo sotto le mura di questa galera per
salutare e dar voce a prigioniere, prigionieri e ai loro familiari e ribadire che la
nostra lotta e la nostra solidarietà continueranno sino a quando esisteranno le
galere e il sistema che le produce.
Un sistema che vogliamo distruggere, perché il nostro amore per la libertà è più
forte di ogni autorità.
LIBERTÁ PER ANNA, ALFREDO, JUAN, STECCO, GIULIO, PAOLO, JOAN,
MADDA
TUTTE LIBERE, TUTTI LIBERI
FUOCO ALLE GALERE E AI CPR
Anarchicx contro carcere e CPR