O sardinnia custa est ora - Tre giorni contro gli espropri
O sardinnia custa est ora
Tre giorni contro gli espropri
La "Transizione energetica" ha aperto in Sardegna uno scenario che per
portata, e vastità del territorio interessato non ha precedenti.
La nostra isola, a terra e a mare è presa d’assalto dalle multinazionali
dell’ energia, che vorrebbero imporre progetti industriali con pale
eoliche gigantesche, migliaia di ettari di fotovoltaico, gasdotti e
parchi di batterie al litio, compromettendo irreversibilmente il
territorio e la ricchezza che la popolazione ne può trarre, sia in
termini materiali che sociali.
Tante delle aziende in questione sono le stesse che hanno inquinato mare
e terra per decenni e non avranno scrupoli a continuare a farlo, una per
tutte la Saras.
Aziende che professano l’energia Green ma hanno interessi su carbone e
gas nel resto del pianeta.
L' unica ragione che conoscono è quella dei profitti favolosi che
possono realizzare, una vera e propria corsa all'oro.
L'iter del procedere è sempre lo stesso:
Chi ha già le mani in pasta nel settore approfitta dei finanziamenti
pubblici, dell’obbligo di decarbonizzare, di leggi varate ad hoc per
semplificare le procedure, facendosi beffa delle comunità interessate, a
cui resterebbe un territorio devastato in cambio di qualche briciola.
Oltre allo sconvolgimento ambientale e quindi culturale, identitario ed
economico, questa "transizione energetica" evidenzia l’assurdità per la
quale la produzione e la gestione di un bene primario come l’energia sia
in mano a grossi privati o a sciacalli dello Stato Italiano, e non alle
comunità.
Questa politica di rapina, centralizzata, intensiva ed industriale, di
produzione energetica, che non mette in discussione i consumi, le
emissioni e gli sprechi del modello industriale a nostro avviso va
chiamata col suo nome: Colonialismo.
Nel nostro futuro è invece auspicabile una gestione dell’energia che
abbia come protagonista chi vive i territori, che sia capillare,
rispettosa dell’ambiente e alla portata di tutti.
La nostra isola è sempre stata sacrificata alle monocolture dei poteri
di turno, prima disboscata, devastata dall’attività mineraria,
industrializzata nel nome di false promesse che hanno lasciato solo
disoccupazione e veleni, bombardata quotidianamente dai giochi di guerra
militari e ora svenduta all’assalto energetico.
In questo contesto il Tyrrhenian Link di TERNA , il cavo sottomarino che
collegherà Sardegna, Sicilia e continente, sarà uno degli strumenti che
renderà possibile il consolidarsi di questa speculazione, fungendo da
vera e propria connessione, permettendo che le zone produttive, a sud,
siano in grado di esportare l'energia verso il nord industrializzato ed
energivoro, le grandi opere e la crescente digitalizzazione.
Il progetto Tyrrhenian Link, con tutte le infrastrutture ad esso
connesse, creerebbe terreno fertile per gli imprenditori che vogliono
mettere le mani sulla Sardegna, trasformerebbe irrimediabilmente l’agro
selargino, e creerebbe i giusti presupposti perché la devastazione si
estenda in ogni dove, a terra e a mare.
Infatti laddove sorgerà la centrale del Tyrrhenian Link, anche le
proposte di nuovi progetti di accumulo e stoccaggio sono già numerose.
Da anni tante persone si battono contro questo progetto, soprattutto per
quel che riguarda le stazioni di conversione e smistamento che
occuperebbero 17 ettari dell’agro di Selargius sottraendolo alla
campagna e alla produzione agricola.
Sei mesi fa abbiamo visto le prime prepotenze da parte di Terna, che si
è presentata con i suoi tecnici e con svariate camionette di forze
dell’ordine per intimare ai proprietari che non avevano voluto ancora
vendere di accettare bonariamente, pena l’ esproprio.
Figlia del decreto Draghi, quest’operazione infame mette in campo le
forze statali per favorire il lavoro degli speculatori a discapito della
popolazione, con la scusa dell’ interesse strategico nazionale.
Abbiamo già reagito all’ennesimo atto di violenza di Terna il 6 luglio
scorso, quando sono iniziati i lavori di cantierizzazione e
disboscamento nel terreno di un proprietario che si è opposto
all'esproprio impugnando il decreto di esproprio per pubblica utilità.
In quel frangente nel terreno è stato istituito un presidio permanente,
il Presidio La Rivolta degli Ulivi che da oltre quattro mesi si oppone e
intralcia l'avanzamento dei lavori di cantierizzazione delle aziende
appaltatrici di Terna.
Il presidio si trova in zona Truncu De S'Ollastu davanti alla vecchia
stazione Terna e occupa tuttora il cantiere principale del Tyrrhenian
Link.
Visto che le istituzioni, comunali, regionali e statali, tutte
evidentemente colluse, sostengono che non possono fare niente contro il
Tyrrhenian Link, allora chi vive il territorio risponde con la
riappropriazione della terra, il blocco delle ruspe, il trapianto di
alberi, l’abbattimento delle reti del cantiere, l’unità e la resistenza
davanti ai soprusi come gli espropri.
Il 5 dicembre ci saranno altre notifiche di esproprio ad alcuni
proprietari della zona Su Padru, in cui già era sorto più di un anno fa
il presidio per la difesa del territorio "Sa Barraca De Su Padru"
Si prevede che anche a Su Padru le modalità attuative di esproprio siano
le medesime.
Dopo aver obbligato gli altri proprietari a vendere per trasformare la
terra in cemento, ora minacciano quelli che non erano ancora convinti.
Davanti a questa ingiustizia non possiamo stare con le mani in mano,
sempre più convinti che "legalità" non corrisponde a "giusto" ed è nel
diritto delle persone respingere un ingiustizia, anche violando la
legalità.
Dopo aver obbligato gli altri proprietari a vendere per trasformare la
terra in cemento, ora minacciano quelli che non erano ancora convinti.
È quindi fondamentale essere presenti nei giorni e nei territori degli
espropri per respingere questa infame rapina, impedire che questo
ricatto prenda forma e fargli capire che la Sardegna è ostile a queste
modalità e a questi progetti.
Per questo vi invitiamo tutti a venire il 4 - 5 - 6 dicembre al Presidio
la Rivolta degli Ulivi fronte Stazione Terna di Selargius, dove faremo
una tre giorni per difendere il territorio, presenziando giorno e notte
le nostre campagne.
A tutta la popolazione Sarda che ha a cuore le proprie campagne, che in
esse coltiva il buon cibo e alleva gli animali.
A tutti i movimenti, comitati, associazioni che si battono contro la
speculazione energetica (da fossile e da Fer).
A tutte le persone che vogliono ribellarsi alle logiche coloniali a cui
siamo sottoposti continuamente.
A chi lotta per la scuola, la sanità, la repressione statale e la
salvaguardia dell’ambiente e la propria salute.
Chiediamo di essere presenti a Selargius per la tre giorni e in ogni
altro luogo interessato dagli espropri.
Assieme possiamo resettare questo modus operandi e ritornare ad avere un
foglio bianco su cui scrivere il nostro futuro in una terra libera.
2 days ago
Sa Barracca de su Padru
Sa Barracca de su Padru si trova nella strada bianca che dalla comunale Ussana/Selargius porta al poligono di tiro di Settimo San Pietro