Il 19 scendiamo tutt3 in piazza per fermarli prima che sia troppo tardi!
Il 19 scenderemo tutt3 unit3 fermamente comvint3 che solo attraverso la coesione scardineremo l'attuale stato fascista di polizia. Di fronte a un’opposizione parlamentare silente, che negli anni precedenti ha dato il via libera a queste nuove norme, intervenire immediatamente è necessario.
Come antifascist3 riteniamo che tale decreto colpisca la genesi della lotta nella sua totalità andando a ledere il diritto di protesta, in particolare le manifestazioni contro la guerra (a cominciare da quelle contro il genocidio a Gaza), e quelle contro la costruzione di nuove basi militari, i picchetti operai, le proteste contro “ le grandi opere” , le manifestazioni e i presidi contro la speculazione energetica, e per il diritto all’ abitare; prendendo di mira le modalità e le forme di lotta di cui queste realtà si dotano per aumentare la propria efficacia. È attraverso tali presupposti che lo Stato italiano assicura alle forze di polizia nuovi poteri, la loro impunità e intoccabilità, rinsaldando così l’apparato repressivo di uno Stato di Controllo.
Non abbasseremo la testa davanti a una distopica trasformazione da stato di diritto a stato di polizia caratterizzato da evidenti derive anticostituzionali. Manterremo il pugno alto per difendere la libertà di espressione, di manifestazione e di protesta dentro o fuori dalle mura al fianco delle compagne, che oggi nel carcere e nei CPR vivono in condizioni disumane, private di qualsiasi diritto e di possibilità di protesta all’ interno e all’esterno.
Siamo tutt3 indignat3, e non sarà l’istituzione di uno stato di controllo a fermarci.
Il 19 scendiamo in piazza per appoggiare tutte le realtà di lotta e per creare un fronte unico contro le politiche razziste, imperialiste e sioniste portate avanti dallo Stato italiano.
Facciamo sentire la nostra voce, consapevoli dell'intersezionalitá delle nostre lotte.
Scendere in piazza contro il nuovo disegno legge vuol dire lottare con tenacia al fianco della resistenza e per i diritti di tutti e tutte, del popolo palestinese tutti i popoli oppressi.
Diciamo no a uno stato di polizia complice del genocidio attualmente in corso, e condannniamo fermamente le politiche imperialiste di cui lo stato italiano è fautore, tramite la selvaggia violazione delle nostre terre, tramite l’istituzione di basi militari funzionali all’ invio di armi made in Italy responsabili del massacro del popolo palestinese.
Ricordiamo che il nostro movimento e le nostre mobilitazioni non si fermeranno fino a quando non otterremo la piena liberazione di tutti i popoli oppressi e finché non si arriverà a un vero cessate il fuoco.
Continueremo a lottare fiducios3 e consapevoli della nostra forza.
Crediamo che il 5 ottobre sia stato solo l'inizio di un percorso ampio e articolato. Nonostante la colonia italiana perpetra le sue feroci pratiche repressive noi rispondiamo e risponderemo sempre utt3 unit3 consolidando un fronte unico di lotta.
Continueremo a farci sentire, fermamente comvint3 del fatto che NO PASARAN.
Per noi hanno lottato e per loro sempre lotteremo: per lə partigianə di ieri, di oggi e di domani!