La prigione globale in una società militarizzata
La prigione globale in una società militarizzata
3 mesi fa
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Da 40 anni Georges Ibrahim Abdallah si trova in carcere in Francia. Fu arrestato a Lione il 24 ottobre 1984, mentre il Libano subiva l’invasione sionista. È, dopo 16 detenuti delle Brigate Rosse in Italia, è il prigioniero politico detenuto da più tempo in Europa. Militante marxista libanese, fu accusato degli omicidi rivendicati dalle “Fazioni armate rivoluzionare libanesi” (FARL): l’assassinio dell’addetto militare americano, Charles Ray, a Parigi, il 18 gennaio 1982 e l’uccisione del diplomatico israeliano Yacov Barsimentov, a Boulogne-Billancourt, il 3 aprile 1982, durante l’invasione israeliana del Libano. La sua difesa politica è sempre stata ferma nel ribadire “Sono un combattente, non un criminale”, affermando con orgoglio il proprio impegno nella lotta di liberazione palestinese e la sua fede nel marxismo. Nonostante abbia scontato per intero la condanna non viene rilasciato, su richiesta degli Stati Uniti, con la motivazione che non ha mai rinnegato i suoi "crimini". L’arresto e la detenzione di Georges Ibrahim Abdallah non è solo una testimonianza tra le altre della complicità tra un paese europeo e l’entità sionista, ma è l’esempio lampante di come la Francia, Stato borghese per eccellenza, come gli altri stati dell'Unione Europea, sia una macchina volta a reprimere brutalmente il dissenso politico, specialmente quando il gioco c’è il mantenimento delle strutture imperialiste e colonialiste.