Il 5 ottobre saremo tutt3 in piazza per dire no al DDL Sicurezza, un disegno legge, liberticida, da stato di polizia. Decreto agevolato da un’opposizione parlamentare silente, che negli anni precedenti ha dato il via libera a queste nuove norme, che seguono la scia dei Decreti Minniti e Salvini, e superano il fascismo del Decreto Rocco.
Come antifascist3 riteniamo che tale decreto colpisca la genesi della lotta nella sua totalità andando a ledere il diritto di protesta, in particolare le manifestazioni contro la guerra (a cominciare da quelle contro il genocidio a Gaza), e quelle contro la costruzione di nuove basi militari, i picchetti operai, le proteste contro “ le grandi opere” , le manifestazioni e i presidi contro la speculazione energetica, e per il diritto all’ abitare; prendendo di mira le modalità e le forme di lotta di cui queste realtà si dotano per aumentare la propria efficacia. È attraverso tali presupposti che lo Stato italiano assicura alle forze di polizia nuovi poteri, la loro impunità e intoccabilità, rinsaldando così l’apparato repressivo di uno Stato di Controllo
Non abbasseremo la testa davanti a una distopica trasformazione da stato di diritto a stato di polizia caratterizzato da evidenti derive anticostituzionali. Manterremo il pugno alto per difendere la libertà di espressione, di manifestazione e di protesta dentro o fuori dalle mura al fianco delle compagne, che oggi nel carcere e nei CPR vivono in condizioni disumane, private di qualsiasi diritto e di possibilità di protesta all’ interno e all’esterno.
Siamo tutt3 indignat3, e non sarà l’istituzione di uno stato di controllo a fermarci. È tale istituto che ci sprona ad appoggiare tutte le realtà di lotta per creare un fronte unico contro le politiche razziste, imperialiste e sioniste portate avanti dallo Stato italiano.
Siamo qui per difendere la libertà di parola e per remare control ’assurda accusa di “terrorismo della parola”, da cui il compagno Giuseppe Flavio Pagano (e tant3 altr3 compagn3), a cui diamo solidarietà, è colpito tramite l’accusa, da parte dello stato italiano, di terrorismo per aver difeso i diritti umani, la lotta alla vita, per aver difeso la resistenza palestinese.
Per questo crediamo che lottare contro il DDL voglia dire appoggiare tutte le realtà sarde (e non solo), che lottano contro uno stato di polizia, artefice di politiche guerrafondaie e direttamente complici del genocidio in corso. Scendere in piazza contro il nuovo disegno legge vuol dire lottare con tenacia al fianco della resistenza e per i diritti di tutti e tutte, del popolo palestinese e di tutti i popoli oppressi. Come sarde diciamo no alle politiche imperialiste di cui lo stato italiano è fautore, tramite la selvaggia violazione delle nostre terre, tramite l’istituzione di basi militari funzionali all’ invio di armi made in Italy responsabili del massacro del popolo palestinese. Condividiamo le rivendicazioni stilate dai Giovani Palestinesi Italiani e da UDAP. Il 5 ottobre è importante essere in tant3 e far sentire la nostra voce tutt3 assieme, per ricordare che il nostro movimento e le nostre mobilitazioni non si fermano fino a quando non otterremo la piena liberazione di tutti i popoli oppressi e finché non si arriverà a un vero cessate il fuoco.
Per noi hanno lottato e per loro sempre lotteremo: per lə partigianə di ieri, di oggi e di domani!