25 NOVEMBRE - CORTEO CONTRO LA VIOLENZA MASCHILE SULLE DONNE E LA VIOLENZA DI GENERE
PIAZZA GRAMSCI - ORE 17.30 - CAGLIARI
Il concentramento è previsto per le 17.30 per riuscire a partire entro le 18.30. Per chi vuole raggiungerci in corsa, questo sarà il percorso che seguiremo, pensato per essere il più possibile accessibile anche da parte di persone con difficoltà motorie: via Sonnino - via XX Settembre - tappa in piazza Darsena - via Roma - conclusione in piazza del Carmine con lettura di interventi e abbracci.
Il corteo è organizzato da femministe e transfemministe attive in diverse assemblee e realtà politiche di Cagliari.
BASTA GUERRE SUI NOSTRI CORPI
RIVOLTA TRANSFEMMINISTA
Siamo donne, femministe, lesbiche, trans, non binarie e il 25 novembre ci riprendiamo le strade con le nostre voci e nostri corpi, contro la violenza patriarcale.
Occupiamo gli spazi che ci vengono tolti nelle case dove veniamo ammazzate, sui posti di lavoro dove veniamo molestate e sottopagate, nei campi dove si consumano massacri, negli ospedali, nei tribunali, nelle carceri, nelle terre sfruttate e occupate, sui confini.
La violenza maschile sulle donne e di genere è un elemento strutturale nella nostra società, attraverso cui il patriarcato cerca di affermare la propria forza e il proprio dominio. Dall’inizio del 2022 sono 91 in Italia i femminicidi, lesbicidi e transcidi.
Vogliamo occupare le strade per ricordare le donne, le lesbiche e le persone trans uccise e per lottare per chi di noi è sopravvissuta.
Vogliamo gridare il nostro rifiuto alla normalizzazione della violenza patriarcale in ogni sua forma: la violenza sui nostri corpi, nelle nostre case, nei luoghi di lavoro, nelle università, negli spazi pubblici, nelle relazioni. La violenza della guerra: ci chiedono di stare da una parte o dall’altra, ma noi ci sottraiamo a questa logica, perché ogni guerra non è altro che l’organizzazione della violenza patriarcale a livello statale. Lo vediamo bene nella nostra Sardegna, una delle terre più occupate dalle servitù militari d’Europa, con conseguenze devastanti per l’ambiente e per noi che lo attraversiamo.
Vogliamo gridare il nostro rifiuto alla violenza omo-lesbo-bi-transfobica che ci costringe a piegarci a ruoli di genere in cui non ci riconosciamo e che sono la principale legittimazione alla violenza su donne e persone socializzate come donne. La stessa violenza che nega, alle persone non binarie e transgender, di esistere.
In un momento storico in cui si vogliono smantellare le insufficienti forme di welfare già presenti, noi ribadiamo che VOGLIAMO TUTTO: vogliamo un reddito di autodeterminazione, un salario minimo, vogliamo il diritto a una casa e ad un supporto psicologico gratuito, perché la salute mentale non può essere considerata un privilegio.
Vogliamo rivendicare il nostro diritto ad abortire perché solo noi possiamo scegliere sul nostro corpo, chiedendo la modifica e il superamento della 194 per eliminare l’obiezione di coscienza e rendere l’interruzione volontaria di gravidanza davvero garantita, libera e sicura.
Vogliamo condannare tutte le forme di violenza istituzionale che in nome dell’ordine e del decoro ci impediscono di incontrarci liberamente, di occupare lo spazio pubblico, di fare rete e diventare una forza, che ci impediscono di avere una socialità al di fuori di contesti di consumo ben controllati.
Vogliamo unirci per gridare che la lotta alla violenza patriarcale non si fa con vuoti slogan il 25 novembre, ma ogni giorno, decostruendo la cultura dello stupro, del possesso e del controllo e rifiutando la normalizzazione delle discriminazioni e della violenza strutturali nella cultura, nella società e nelle relazioni.
Rifiutiamo la cultura della violenza promuovendo una cultura della cura, dell’autodeterminazione e del consenso. Alla logica del più forte rispondiamo con i corpi delle donne, delle soggettività fuori norma, dissidenti, disabili, razzializzate, migranti, pretendendo un orizzonte diverso da quello che vogliono costruirci intorno.
Lanciamo insieme un urlo terribile e feroce per tutte le donne e le persone queer che non hanno voce.
Uniamoci per far sentire ancora più forti le nostre voci, uniamoci per insorgere!