La guerra, con le sue pretese oscene, bussa anche alla porta degli uffici regionali responsabili della protezione del territorio, dell’ambiente, della salute e della sicurezza della popolazione di una Sardegna sempre più coinvolta nel conflitto in corso.
L’isola è diventata l’epicentro nel Mediterraneo della preparazione alla guerra degli eserciti NATO, con una crescita impressionante di uomini, mezzi, e ordigni impiegati e delle distruzioni provocate dalle esercitazioni.
Tale è il bisogno di aree da colpire e devastare che le autorità militari hanno richiesto una Valutazione di Incidenza Ambientale per rimuovere migliaia di bombe inesplose dalla cosiddetta “Penisola Delta” del Poligono di CapoTeulada allo scopo di … riprendere a bombardarla!
Anche la RWM, società controllata da Rheinmetall, multinazionale con sede in Germania leader nella produzione di armamenti, bussa agli uffici per la Salvaguardia Ambientale della Regione. Chiede con insistenza una Valutazione di Impatto Ambientale a cose fatte (una VIA ex-post) per gli impianti che ha realizzato abusivamente a Domusnovas- Iglesias, in aree tutelate e a forte rischio idrogeologico…
Tornare allo stato precedente agli abusi è impossibile, eppure l’azienda insiste per avere una Valutazione di Impatto Ambientale positiva, benché postuma, per poter aprire i reparti abusivi e produrre ordigni. È un assurdo giuridico, ma RWM non è nuova a questi atteggiamenti arroganti. Per i dirigenti RWM (al momento sotto processo per abusi edilizi e per falso presso il tribunale di Cagliari) gli abusi, i falsi, le incriminazioni, i gravi danni all’ambiente e al territorio, la mancanza di sicurezza dello stabilimento, sono semplici problemi burocratici, da superare al più presto.
Sino al 2019 gli ordigni RWM finivano in Arabia Saudita e negli Emirati Arabi, per alimentare l’infame guerra in Yemen (poi il governo ha bloccato i contratti, blocco revocato lo scorso maggio dal governo Meloni). Oggi l’azienda ritiene di essere più presentabile, infatti gli ordigni ordigni che produce a decine di migliaia, sono diretti ai campi di battaglia del Donbass, pagati a peso d’oro dall’UE per “difendere la democrazia”, nel conflitto che oppone il governo di Kiev alla federazione Russa.
In realtà sono le esigenze e la logica stessa della guerra che consumano e a corrompono tutto: vite, risorse, ambiente, territorio, salute e sicurezza delle popolazioni, anche di quelle apparentemente lontane dal conflitto, con buona pace della “democrazia”, che si dice di voler difendere.
Formalmente non siamo in guerra, non siamo ancora sottoposti alla legge marziale o a legislazioni “speciali”, vale ancora il diritto ordinario, comprese le norme che tutelano il territorio, l’ambiente, la salute e la sicurezza della popolazione, alle quali non intendiamo rinunciare.
NON PIEGHIAMOCI ALLE ESIGENZE DELLA GUERRA E DEL PROFITTO DI CHI FABBRICA ARMI
NESSUNA AUTORIZZAZIONE A CHI LUCRA SULLA GUERRA E LA PREPARA, DEVASTANDO L’AMBIENTE
PRESIDIO DI PROTESTA
Venerdì 14 Luglio 2023 ore 10:00
fronte all’Ass.to Reg.le all’Ambiente in via Roma 80 Cagliari