Per quanto voi vi crediate assolti, siete lo stesso coinvolti.

Il 18 luglio, presso tribunale di Cagliari, si terrà il processo ai cinque generali (ormai quattro), accusati di disastro ambientale e omicidio colposo.

Il processo si configura già come come l’ennesima assoluzione dello stato verso se stesso.

Infatti il Pubblico Ministero, pur ammettendo che nel Poligono di Teulada è avvenuto un disastro ambientale, ha nuovamente chiesto il proscioglimento di tutti gli imputati.

Secondo la magistratura inquirente tenere i generali sotto processo sarebbe un accanimento inopportuno verso di loro, che dovrebbero sopportare ancora a lungo l'accusa di essere i responsabili del disastro.

Quindi la giustizia italiana tira fuori la sua anima garantista, mentre non ha fatto altrettanto con lə compagnə imputatə nel processo Lince, che dovranno sopportare ancora per anni un' assurda accusa di terrorismo, per avere partecipato a manifestazioni e avere forse danneggiato delle reti già rotte.

Tutti loro fino al pieno proscioglimento, oltre a dover sopportare l'ansia del processo non potranno partecipare a concorsi pubblici, venire assunti nel pubblico impiego, accedere a contributi e finanziamenti.

Invece rendere una parte del poligono militare di Teulada inbonficabile, danneggiando irrimediabilmente una parte di territorio, per lo Stato italiano, è un reato che non ha colpevole e non varrebbe neanche la pena di iniziare il dibattimento.

A farsi carico di questo scempio ambientale, saranno, probabilmente, solo le prossime generazioni di sardə, costrettə a vivere in un’isola sfruttata e deturpata come una colonia.

Per lo Stato italiano tagliare delle reti è terrorismo, il disastro ambientale, invece, è un peccato veniale.

Chiamiamo quindi un presidio il 18 luglio davanti al tribunale di Cagliari, per affermare che per noi l'esercito e lo stato Italiano sono colpevoli di tutto questo.

Aspetteremo tuttə insieme la decisione dellə giudici, per gridare ancora che la lotta non si ferma.

A Foras!